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Giulia Verzeletti
Giulia Verzeletti

Inbound Marketing su Instagram

SOMMARIO
12 Minuti

Da qualche tempo sono piuttosto attiva anche su alcuni canali social sulle tematiche di Inbound Marketing e Marketing Automation.

Spesso chi si occupa di un argomento e vuole farlo conoscere ha il dubbio sui canali da scegliere: un sito? Un Blog? Una pagina Instagram? Un canale Youtube?

Personalmente sono convinta che, sebbene i Social Media siano importantissimi, di fatto non debbano essere l’unico canale su cui essere presenti.

Avere un proprio sito e un proprio blog permettono di non dover dipendere da una piattaforma che oggi c’è e domani chissà.

Pensiamo a Snapchat, pace all’anima sua, che dopo il picco iniziale è stato pian piano dimenticato.

amen

Per questo motivo è importante possedere un hub online dove le persone possano seguirci e, soprattutto, dove utenti anonimi possano trasformarsi in contatti con cui comunicare.

Questo significa che i Social Media sono da mettere da parte perché potrebbe cambiare tutto da un giorno all’altro?

Assolutamente no, anzi!

Ho avuto modo di vedere community potentissime alimentate tramite i Social Media, e resto fermamente convinta che siano uno dei canali più utili da sfruttare per coinvolgere gli utenti.

Solo, non devono essere l’unico.

Nell’articolo di oggi vorrei però condividere alcune best practice che ho visto girando qua e là, che credo siano ottimi esempi di come applicare la filosofia Inbound anche su canali non proprietari.

Per un ripasso dell’Inbound Marketing e dei suoi capisaldi ti lascio il link all’articolo dedicato:

Ricordiamoci che al centro dell’Inbound ci sono contenuti e conversazioni, vediamo quindi insieme alcuni esempi di strategie social che possono essere utili per essere Inbound anche fuori dal sito.

Instagram Inbound: gli strumenti

Concentriamoci su uno dei canali Social maggiormente sfruttati: Instagram.

Negli ultimi tempi Instagram ha aggiunto feature importanti, alcune derivate da altri social (per esempio le stories da Snapchat o i Reel da TikTok), altre volte a migliorare quanto già esisteva in piattaforma.

Instagram è un ottimo canale di costruzione community perché permette di “metterci la faccia” e raccontarsi con tantissimi strumenti utili.

Chiaramente, come dicevamo prima, Instagram non può essere l’unico canale di presenza di un’azienda o di un libero professionista che desidera farsi conoscere.

Può essere, piuttosto, uno dei canali utilizzati sia per fare awareness che per nutrire le community.

Vediamo insieme una lista di strumenti disponibili su Instagram e come utilizzarli per fare Inbound.

  1. Post, sono contenuti prettamente visuali e vanno sempre accompagnati da una caption e da hashtag pertinenti
  2. Caroselli, sono come i post singoli ma composti da più immagini
  3. Storie, video di breve durata che vengono eliminati dopo 24 ore (anche se c’è la possibilità di metterle in evidenza nel profilo)
  4. Dirette, video da registrare live singolarmente o con un’altra persona in cui si possono approfondire determinate tematiche
  5. IGTV, video che possono durare fino a un’ora
  6. Reels, video che possono durare dai 15 ai 60 secondi (simili a quelli di Tik Tok)
  7. Guide, una recente aggiunta a Instagram utile per creare raccolte di post e video (anche di altri) relativi a una tematica specifica

Vediamo ora nel dettaglio alcuni esempi di come utilizzare questi strumenti.

1. Post

I post di Instagram sono la prima feature del social, direttamente dalla prima versione.

Inizialmente era possibile pubblicare post solo in formato quadrato, mentre ora è disponibile anche il formato 16:9.

I post possono essere fotografie o grafiche con testo.

Sono spesso accompagnati dalle caption, ovvero da descrizioni testuali che meglio contestualizzano il contenuto fotografico.

Come usarli per fare Inbound Marketing?

I post possono servire diversi scopi, dalla semplice attrazione di utenti sul profilo al nutrimento di un pubblico già fidelizzato.

Purtroppo Instagram non permette una personalizzazione del contenuto in base alla tipologia di utente (sconosciuto vs lead vs cliente), ma possiamo comunque utilizzarlo per creare contenuti che attraggano nuovo pubblico grazie ad hashtag, caption e pertinenza e che mantengano fidelizzata la community esistente.

Caption, la didascalia

La caption, ovvero la didascalia della foto, è uno strumento importantissimo per tenere l’utente incollato allo schermo! Esistono diverse tipologie di caption ma solitamente le più efficaci sono composte da

  • un titolo accattivante (una domanda provocatoria, l’annuncio di un processo a X step, un’esclamazione)
  • paragrafi spesso distanziati da una spaziatura per dare respiro al testo
  • emoticon che possono guidare anche nelle azioni da svolgere, per esempio ☝️ indica un contenuto soprastante, 👇 e 👉 aiutano a enfatizzare le Call-to-Action (👇 “commenta qui sotto”)
  • hashtag, che a volte vengono inseriti nella caption e altre nel primo commento del post per non “intaccare” la caption
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un esempio di caption che utilizza distanziamento dei paragrafi e emoticon, dal mio account instagram @giulia_marketingautomation

Hashtag, i catalogatori

Potremmo aprire un capitolo a parte sugli hashtag, però quello che ci tengo a precisare è semplicemente che vanno scelti con cura in relazione al contenuto pubblicato.

Non ha senso spammare fotografie con hashtag casuali solo perché sembrano “virali”. La cosa più virale è un buon contenuto con degli hashtag pertinenti.

Ve li taglio quei #foodporn, ok?

A Instagram non piace essere perculato. Se gli hashtag sono incongruenti o, peggio ancora, bannati, Instagram ti mette in shadowban.

Significa che risulta molto difficile trovarti e scoprirti perché le tue foto non compaiono per hashtag e luoghi selezionati e anche cercandoti come utente potresti non risultare nella ricerca.

Link nei post? Non disponibili!

Uno sbattimento non da poco?

Nella caption non si può linkare nulla.

Puoi inserire un link non cliccabile, che non è particolarmente utile.

Instagram ci tiene a tenerti in piattaforma il più possibile, per lo meno mentre scorri il feed.

Ciò che puoi fare è menzionare utenti o pagine, ma anche in questo caso attenzione a non abusare dello strumento: assicurati di coinvolgere nella discussione solo persone o pagine interessate e pertinenti.

Non trasformare il profilo in uno strumento di spamming.

2. Caroselli

I caroselli sono come i post ma composti da immagini multiple, fino a 10.

Possono essere visionati scorrendo il dito (anzi, swipando) verso sinistra.

Sono un formato utile per raccontare una storia o un concetto.

Essendo per loro natura sfogliabili si prestano proprio alla condivisione di qualcosa che non può essere spiegato o mostrato con un post singolo. Esistono anche molti accorgimenti grafici (di UX/UI se mi passi il termine) per guidare l’utente nello scorrimento del contenuto e nella fruizione di tutto il carosello.

Personalmente uso i caroselli per spiegare alcuni concetti di Inbound e Automation più complessi di altri e devo dire che funzionano meglio rispetto al post singolo.

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Esempio di caroselli che mi appaiono nella sezione Esplora con titoli accattivanti che invogliano la lettura

Come utilizzarli per fare Inbound Marketing?

I caroselli sono utili per distribuire contenuti abbastanza lunghi. Si adattano bene a processi a step, how-to, concetti complessi che necessitano di più frasi per essere spiegati.

Un carosello ben fatto parte subito con un’immagine accattivante e testo facilmente riconoscibile, quindi la “slide 1” dev’essere altamente persuasiva.

Se, infatti, il carosello dovesse finire nella sezione “esplora” per attrarre nuovi utenti sul profilo dev’essere chiaro da subito l’argomento di cui tratta.

Attenzione! Quando gli utenti vedono nel feed un carosello per la prima volta vedono la slide 1, mentre quando lo vedono le volte successive vedono la slide 2.

Assicurati quindi che anche la seconda slide sia sufficientemente accattivante da spingere gli utenti a continuare a scorrere il carosello.

3. Storie

Le Instagram Stories esistono dal 2016 e sono fotografie o video che durano 24 ore e poi “scadono”. Prendono spunto da Snapchat, che funzionava in modo abbastanza simile.

Le Instagram Stories vengono visualizzate nella parte alta della schermata Instagram e sono visualizzabili cliccando sul circoletto di ogni utente che ha pubblicato qualcosa.

Le stories sono efficaci quando ci si mette la faccia e sono un ottimo metodo per presentarsi su Instagram.

Fare 5-10 storie su un argomento può essere un buon modo per affrontare nel dettaglio i concetti senza annoiare a morte gli utenti.

Come usarle per fare Inbound Marketing?

Le stories fanno parte a tutti gli effetti del Lead Nurturing.

Se vuoi fare un ripasso sul tema ti lascio il link dell’articolo che ho scritto a riguardo:

Esiste anche una tattica per creare community esclusive anche per le stories di Instagram.

Sfruttare la funzionalità “amici più stretti” serve proprio a valorizzare un determinato gruppo di utenti fornendo contenuti speciali, non disponibili per tutti.

Questa funzionalità è utile per operare una prima segmentazione del pubblico e diventa una leva utile da sfruttare per far sì che la parte di community più fidelizzata voglia far parte del gruppo di follower che ha diritto a contenuti esclusivi.

Può essere un buon escamotage per promuovere un breve corso tramite stories solo a un pubblico selezionato, o per dare accesso anticipato a promozioni e prodotti solo a una fetta di follower.

Inoltre, per arrivare a questo punto possiamo chiedere agli utenti di svolgere alcune azioni per farci capire quanto ci tengono a far parte del gruppo di amici stretti.

Queste azioni, quantomeno su Instagram, possono mirare alla condivisione dei nostri contenuti per farci conoscere da altri utenti in target.

Anche salvare le storie più importanti in evidenza serve a rendere sempre disponibili le tematiche più interessanti per il pubblico. Ovviamente non ha senso mettere in evidenza ogni storia pubblicata, la sezione serve per dare risalto alle storie che sono state più apprezzate.

In molti profili in evidenza ci sono anche stories di presentazione (“chi sono”), stories sulla professione (“cosa posso fare per te”) e indicatori di performance (“risultati”).

In altre ci sono storie in evidenza in relazione alle tematiche trattate.

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Un esempio di storie in evidenza sul mio profilo Instagram

Tutto dipende dall’utilizzo che si vuole fare di Instagram, anche se inserire alcuni elementi di validazione (presentarsi, dire di cosa ci si occupa) è importante in ogni profilo.

Importante: non è possibile vedere chi visualizza le storie in evidenza una volta che queste sono pubblicate da più di 24 ore e sono quindi passate all’archivio.

Elementi interattivi

Le stories si stanno gradualmente arricchendo di moltissimi elementi interattivi che le hanno trasformate nel principale strumento di interazione quotidiano con le community di followers.

Le stories sono rapide, immediate e coinvolgenti.

Gli elementi che si possono sfruttare sono:

  • Geotag, per localizzare la storia
  • Menzione, per taggare utenti o brand all’interno della storia
  • Hashtag, per categorizzare anche la storia
  • Sondaggio, per capire le preferenze del pubblico
  • Box domande, per favorire l’interazione
  • Countdown, per ricordare che stanno arrivando degli eventi importanti (un utente può anche attivare il promemoria che lo avvisa allo scadere del countdown)
  • Quiz, per giocare con gli utenti
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Gli elementi interattivi di Instagram

Come utilizzarli per fare Inbound Marketing?

Mi focalizzerei su 4 funzionalità utilissime:

Sondaggi

I sondaggi permettono di interagire direttamente con i follower e conoscere le loro preferenze. L’Inbound mira a mettere gli utenti al centro e quale strumento migliore di sondaggi, domande, quiz per interagire direttamente con il pubblico?

Da queste attività si possono ottenere tantissime informazioni utili per la creazione di nuovi contenuti sempre più specifici per chi ci segue.

Box domande

Utilissimi per sondare i dubbi del pubblico, i box domande vengono sfruttati nuovamente per produrre contenuti.

Un ottimo utilizzo può essere quello di raccogliere un certo numero di domande per poi rispondere in un video in diretta, tramite un post, tramite alcune stories ai dubbi più ricorrenti.

Ho visto molti dei profili che seguo con più piacere sfruttare le domande per approfondire certi concetti, ammettendo che senza lo spunto del pubblico non avrebbero forse inquadrato la questione così nel dettaglio.

Countdown

A tutti gli effetti uno strumento di One Time Offer, il countdown serve a creare urgenza e anche a fare da reminder per eventi e promozioni in arrivo.

Una funzionalità interessante è quella di attivare la notifica della scadenza del countdown, un metodo veloce per ricordare a chi lo desidera che l’evento è arrivato o che la promozione sta scadendo.

Quiz

I quiz sono uno strumento divertente per conoscere meglio gli utenti, capire le loro preferenze e ingaggiarli in competizioni.

Possono essere quiz sulle tematiche di cui si parla sul profilo oppure studi sui formati di contenuto preferiti.

Sono uno strumento utilissimo nella fase di engagement e nurturing.

4. Dirette

I video in diretta sono un altro strumento utile per informare, intrattenere e divertire gli utenti su Instagram.

Abbiamo cominciato a conoscerle bene nel (triste) periodo del lockdown, hanno provato ad accorciare le distanze e a tenerci compagnia in un momento difficile.

Le dirette hanno il plus di poter essere svolte anche con più persone (utilissime, quindi, per un confronto live con esperti di settore). Attualmente infatti il numero massimo di persone che possono fare una diretta Instagram insieme è passato da 2 a 4.

Le domande di chi partecipa sono lette da tutti e chi tiene la live può rispondere di volta in volta a ciò che legge.

Sono uno dei metodi più diretti di interazione con la community e sono utili ad esplorare meglio determinate tematiche che necessitano interazione e tempistiche di spiegazione adeguate.

Un video in diretta su Instagram può durare fino a 60 minuti e può essere salvato diventando una IGTV.

Come usarle per fare Inbound Marketing?

Le dirette, specialmente se svolte in partnership con altri profili pertinenti alla nicchia in cui operiamo, permettono uno “scambio di community”.

Possiamo quindi classificarle sia come strumento di attrazione di nuovi utenti in target che come strumento di nurturing per chi ci segue già e magari ha interagito con quiz, sondaggi e box domande ponendoci dei quesiti che possiamo affrontare live, da soli o con altri esperti del settore.

Le dirette permettono anche l’interazione live con domande estemporanee e sono un ottimo metodo di accorciare le distanze con la community.

5. IGTV

Un video IGTV può durare fino a un’ora e può essere utile a spiegare un concetto, a mostrare prodotti, a divulgare tutorial.

Spesso le IGTV sono dirette salvate che gli utenti possono andare a rivedere anche dopo l’orario della live.

6. Reels

I Reels sono una delle ultime aggiunte di Instagram, secondi solo alle Guide. Si tratta di video che possono durare tra i 15 e i 60 secondi e sfruttano alcune semplici regole di montaggio video.

Esistono format più o meno comuni per la divulgazione di concetti o per la dimostrazione di come utilizzare un prodotto.

Come usarli per fare Inbound Marketing?

I reels girano su un feed diverso rispetto a storie e post, esiste ormai una sezione dedicata all’interno di Instagram dove gli utenti possono fare zapping e vedere i reel più popolari.

Questo strumento ha un alto tasso di viralità e può essere quindi classificato principalmente come strumento di attrazione di nuovi utenti interessati a quel che abbiamo da dire.

Come tutti gli strumenti di attrazione, il reel dev’essere accattivante ma anche in linea con i contenuti proposti sul nostro profilo.

Per questo motivo ha senso avere un profilo ordinato e ottimizzato: quando nuovi utenti atterrano sul nostro profilo devono capire subito se quel che abbiamo da dire o da vendere gli interessa oppure no.

7. Guide

L’ultima aggiunta ai contenuti di Instagram sono sicuramente le guide. Possiamo classificarle come un raccoglitore di contenuti (sia proprietari che salvati da altri account) in relazione a una tematica.

Ad oggi le guide sono creabili in riferimento a:

  • prodotti
  • luoghi
  • post
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Sono un ottimo strumento per verticalizzare i contenuti su temi specifici e permettono anche di premiare contenuti altrui che riteniamo utili inserendoli nella raccolta.

Specialmente per chi fa divulgazione sono un ottimo alleato per raggruppare le informazioni in un unico posto.

A mio avviso l’unico problema oggi è che non si possono inserire le storie in evidenza tra i contenuti delle guide.

Come utilizzarle per fare Inbound Marketing?

Le guide mi ricordano molto i Lead Magnet ebook.

Certo, in questo caso non possono essere contenuti “chiusi” (che richiedono indirizzo email per essere sbloccati) ma sono comunque condivisibili nelle storie, anche da altri, come se fossero piccoli ebook su tematiche verticali.

Anche in questo caso hanno doppia valenza: attrazione di utenti in target e nutrimento della community esistente.

Per creare guide davvero utili è importante chiedere ai follower quali argomenti vorrebbero fossero trattati, in modo da dargli esattamente quello che desiderano.

Nelle guide è anche possibile inserire post altrui, credo sia un ottimo modo per creare partnership con profili simili al nostro.

Ottimizzazione profilo Instagram

Visto che stiamo parlando di Inbound e visto che la SEO è uno degli strumenti utili per permettere a un hub online di attrarre utenti in target, è importante spendere due parole anche sulla “SEO di Instagram”.

Esistono infatti alcuni accorgimenti utili per farsi trovare su questo social, vediamoli insieme.

  • Bio ottimizzata, la bio è la stringa di testo che appare all’inizio del profilo. Per far sì che sia ottimizzata deve contenere parole chiave pertinenti al nostro business, il nostro nome, la nostra professione (se usiamo Instagram per trovare clienti è importante presentarsi su Instagram nel modo giusto), cosa possiamo fare per chi ci segue e una Call-to-Action (l’invito a fare qualcosa)
  • Call-to-action, Instagram permette di inserire un solo link cliccabile nella bio. Dobbiamo sfruttare questa possibilità per portare gli utenti sul nostro hub online. Se, come capita in molti casi, abbiamo più link utili possiamo creare gratuitamente un Linktree, una sorta di Landing Page su cui gli utenti atterreranno e nella quale troveranno tutti i link per approfondire le tematiche e iscriversi alla nostra community
  • Testo alternativo per i post, è importante compilare anche la sezione di testo alternativo delle immagini che postiamo perché, in alcuni Stati, Instagram sta testando una funzionalità di ricerca simile a quella che avviene su Google. Proprio come l’alt text che inseriamo nelle immagini online per permetterne una migliore indicizzazione dai motori di ricerca, anche su Instagram dobbiamo iniziare a ragionare in questo senso.

KPI da monitorare su Instagram

Ora che abbiamo visto i principali strumenti utili per fare Inbound su Instagram vediamo anche quali metriche vanno monitorate per capire se siamo sulla strada giusta.

Innanzitutto, il numero di like.

Scherzo. Ve li brucio quei like comprati.

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L’algoritmo di Instagram cambia costantemente e (sorpresa!) si sta sempre più muovendo verso la necessità di sponsorizzare contenuti per avere un’alta copertura.

Ci sono alcuni numeri da tenere d’occhio per capire come stiamo andando:

  • Copertura, quanti account unici hanno visto il tuo post
  • Impression, quante volte il contenuto è stato visualizzato (quindi, se un account unico visualizza il post 3 volte, verrà contato una volta in Copertura e 3 in Impression)
  • Salvataggi, quante persone hanno reputato il contenuto così utile da essere salvato per rivederlo in futuro
  • Commenti
  • Engagement Rate, rapporto tra like e commenti e numero di follower (ti consiglio https://www.ninjalitics.com/ per vedere statistiche sul tuo profilo o su quelli dei competitor)
  • Visualizzazioni delle storie
  • Interazione con le storie (visite al profilo, condivisioni, visualizzazioni intere, clic su avanti)
  • Azioni come clic sul link in bio, clic sul pulsante email
  • Interazione con i reel (numero di visualizzazioni, tasso di completamento…)

I salvataggi e i commenti valgono molto più dei like agli occhi dell’algoritmo di Instagram, per questo motivo è importante utilizzare degli accorgimenti UX/UI per far capire agli utenti cosa devono fare per sostenere il nostro brand online.

Avrai notato che molti dei comportamenti misurati dai social media dipendono da azioni inconsapevoli. Gli algoritmi social fanno grande utilizzo del Digital Body Language.

Se vuoi approfondire la definizione di Digital Body Language e cos’è, leggi questo articolo:

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